La spesa media annua sostenuta da una famiglia italiana per il riscaldamento e il raffrescamento di un’abitazione si aggira sui 1.500-2.000 euro.
Le tecnologie più efficienti disponibili sul mercato consentono di risparmiare fino al 50% sulla bolletta domestica. I lavori di riqualificazione energetica e l’acquisto di impianti meno energivori beneficiano di agevolazioni fiscali, che permettono di sostenere più facilmente l’investimento iniziale.
L’osservatorio sul vivere sostenibile MCE Lab ha redatto una guida per aiutare i consumatori a orientarsi tra i diversi incentivi destinati agli interventi di efficienza energetica. Gli esperti ricordano che la riqualificazione energetica di abitazioni e spazi condominiali gode della detrazione IRPEF del 65%.
L’ecobonus consente di scaricare nella dichiarazione dei redditi il 65% delle spese sostenute, spalmandole su un periodo massimo di 10 anni.; valgono per gli impianti solari termici (no fotovoltaici) per la produzione di acqua calda e per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici (isolamenti, coibentazioni, serramenti, infissi, caldaie, pompe di calore, pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, ecc…).
In questo caso chi effettua i lavori per il risparmio energetico, dopo aver comprovato i lavori con una certificazione energeticaha la possibilità di recuperare in 10 anni ben il 65% dei costi sostenuti, fino ad massimo di 100 mila euro.
L’ecobonus per gli interventi sull’involucro e per l’installazione di un impianto solare termico ha invece un tetto massimo di 60 mila euro. Stesso importo previsto per l’acquisto e l’installazione delle schermature solari. La sostituzione di caldaie inefficienti con caldaie a condensazione, impianti a biomassa, pompe di calore e impianti geotermici può usufruire di una detrazione massima di 30 mila euro, così come l’acquisto di scaldacqua a pompa di calore e di impianti con contabilizzazione del calore.
A partire dal 2016 anche i sistemi domotici che controllano i consumi da remoto godono di detrazioni IRPEF del 65%, fino a un massimo di 60 mila euro. I consumatori possono inoltre detrarre le spese sostenute per la certificazione energetica. I pagamenti dovranno avvenire tramite bonifico postale o bancario.. Gli interventi per l’efficientamento energetico beneficiano anche degli incentivi previsti dal nuovo Conto Termico. Il rimborso di una parte delle spese sostenute viene erogato dal GSE. I privati possono richiedere gli incentivi per l’installazione di impianti solari termici; climatizzatori dotati di pompe di calore; generatori alimentati da biomassa.
Conto Termico
Il Ministero dello Sviluppo Economico nei giorni scorsi ha diffuso il testo definitivo del nuovo Conto Termico, chiamato a sostituire il DM 28 dicembre 2012.
Il provvedimento, arrivato con un anno di ritardo, entrerà in vigore a partire da 90 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Dopo la pubblicazione il GSE avrà 60 giorni di tempo per elaborare e pubblicare le nuove regole applicative.
Il nuovo Conto Termico introduce importanti novità nelle modalità di accesso agli incentivi destinati ai produttori di energia termica da fonti rinnovabili e agli interventi di efficientamento energetico degli edifici. I fondi a disposizione ammontano a 900 milioni di euro all’anno: 700 milioni di euro destinati ai privati e alle imprese, i restanti 200 milioni di euro riservati alle amministrazioni pubbliche e alle cooperative. Per riqualificare il patrimonio edilizio della Pubblica Amministrazione il MiSE ha allungato la lista degli interventi incentivabili.
Le aziende pubbliche potranno usufruire di incentivi del 65% per trasformare i vecchi stabili in edifici a energia quasi zero (NZEB); dotarsi di impianti di illuminazione più efficienti; installare tecnologie per la regolazione della temperatura, il monitoraggio e l’ottimizzazione dei consumi energetici.
Nel nuovo Conto Termico vengono riconfermati gli incentivi destinati agli interventi di isolamento termico degli edifici, all’acquisto di caldaie a condensazione e all’installazione di impianti solari termici e pompe di calore.
Per certificare le spese sostenute si potranno allegare anche le ricevute degli acquisti effettuati online e tramite carta di credito.
Tra le novità figura l’innalzamento della taglia massima prevista per le caldaie a biomassa, gli impianti solari termici e le pompe di calore. La soglia passa da 1 MW a 2 MW. Per semplificare e accelerare l’erogazione degli incentivi il MiSE ha previsto una rata unica in caso l’importo non superi i 5 mila euro.
L’incentivo dovrà essere erogato entro 90 giorni dalla conclusione della procedura.
Le nuove disposizioni si applicheranno sia ai soggetti privati che alle Pubbliche Amministrazioni.
Il nuovo Conto Termico elimina l’obbligo di iscrizione ai registri per le caldaie a biomassa e a gas e per le pompe di calore elettriche con una potenza termica superiore a 500 kW. Per accelerare le procedure di ammissione agli incentivi, il GSE si avvarrà di un nuovo strumento: un catalogo di impianti e prodotti presenti sul mercato che hanno già ottenuto l’idoneità.
Chi deve effettuare interventi di ristrutturazione edilizia può beneficiare della detrazione IRPEF del 50%, fino a un massimo di 96 mila euro spalmati in 10 anni.
L’agevolazione non è cumulabile con altri incentivi e può essere richiesta per l’installazione di impianti fotovoltaici e per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Chi acquista elettrodomestici di classe A e superiori può usufruire del bonus mobili, che prevede una detrazione IRPEF del 50%. L’agevolazione non può essere cumulata con l’ecobonus. Gli interventi di ristrutturazione usufruiscono infine dell’IVA agevolata al 10% sulle prestazioni e sui materiali. L’agevolazione è cumulabile con tutti gli altri incentivi. In caso di nuove costruzioni l’IVA è ridotta ulteriormente al 4%.
INCENTIVI IMPIANTO FOTOVOLTAICO
Di incentivi al fotovoltaico nel 2015, così come eravamo abituati a pensarli fino a un paio di anni fa, non ce ne sono. Gli incentivi sono terminati ormai da un paio di anni, ma il mercato delle installazioni fotovoltaiche non si è fermato Gli impianti fotovoltaici realizzati sul tetto di casa, al pari di qualsiasi altra ristrutturazione edilizia, beneficiano di un’interessante forma di sostegno: le detrazioni fiscali del 50%.
Cioè: lo Stato, anzichè darti gli incentivi su tutta l’energia prodotta (come era con le vecchie tariffe incentivanti), ti dà la possibilità, “a conti fatti”, di dimezzare i costi “restituendo” a chi mette il fotovoltaico la metà delle spese sostenute. Attenzione però: la restituzione non avviene con bonifico o con liquidazione monetaria. La restituzione avviene sotto forma, e per mezzo, di sgravi fiscali ripartiti sui 10 anni successivi all’anno di installazione dell’impianto.
In questo articolo vediamo come funziona la detrazione fiscale per il fotovoltaico installato in ambito domestico-residenziale. Si: in “ambito domestico-residenziale” perchè questo tipo di agevolazione riguarda soltanto le persone fisiche (o condomini o soci di cooperative) contributori Irpef. Niente sgravi, quindi, per il fotovoltaico messo da aziende, società o attività commerciali. Per le aziende c’è la possibilità, dal 2016, di sfruttare il super ammortamento del 140% nel caso in cui l’impianto sia qualificato come bene “mobile”. Il super ammortamento riguarda gli impianti fotovoltaici qualificati come beni “mobili” (che hanno coefficiente di ammortamento ordinario del 9%) mentre quelli assimilati agli immobili ne saranno esclusi (avendo coefficiente di ammortamento del 4%, inferiore alla soglia del 6,5%).
Chi installa un impianto fotovoltaico, dunque, può usufruire delle detrazioni fiscali IRPEF per recuperare il 50% delle spese sostenute per la realizzazione dell’impianto. Lo sgravio fiscale pari al 50% delle spese rimane in vigore, a seguito di una ulteriore proroga, fino al 31 dicembre 2016. Dopo il 31.12.2016 la detrazione non scomparirà, ma dovrebbe tornare ad essere del 36% come era prima quella riservata alle ristrutturazioni ed ai recuperi edilizi in ambito domestico (a meno di nuove proroghe) La detrazione fiscale del 50% non è da confondere con quella del 65%
Queste detrazioni del 50%, che sono volte a sostenere le ristrutturazioni ed il fotovoltaico domestico, non sono da confondersi con le detrazioni fiscali del 65% (ex 55%) per il risparmio energetico. Queste del 65% valgono per gli impianti solari termici (no fotovoltaici) per la produzione di acqua calda e per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici (isolamenti, coibentazioni, serramenti, infissi, caldaie, pompe di calore, pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, ecc…).
In questo caso chi effettua i lavori per il risparmio energetico, dopo aver comprovato i lavori con una certificazione energetica, ha la possibilità di recuperare in 10 anni ben il 65% dei costi sostenuti, fino ad massimo di 100 mila euro. Dal 2016 anche gli interventi di Domotica beneficiano degli sgravi fiscali al 65 percento.
Come funzionano le detrazioni fiscali per impianti fotovoltaici.
Vediamo come funziona nei dettagli il meccanismo di questo interessante sgravio fiscale.
Le detrazioni fiscali IRPEF previste per gli impianti fotovoltaici rientrano nel regime di detrazioni più generale previsto per tutti i “lavori di ristrutturazione e recupero edilizio”. Il fotovoltaico rientra tra le tipologie di interventi riconosciuti validi ai fini delle detrazioni fiscali 50 per cento IRPEF.
Per intenderci: le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie, non ci sono da quest’anno. Ci sono da molto più tempo: si tratta delle detrazioni che fino a qualche anno fa molti conoscevano come “detrazioni del 36% per il recupero edilizio”. Dal 2013 la quote detraibile è passata dal 36% al 50% ed ogni anno è stata oggetto di proroga.
Quali sono le certezze in tema di sgravi fiscali e fotovoltaico?
Sono tre:
1) le detrazioni al 50% possono riguardare anche le realizzazioni degli impianti fotovoltaici domestici fino a 20 kW di potenza;
2) lo sgravio vale anche per gli impianti fotovoltaici nei condomini. In questo caso costi e benefici vengono ripartiti in millesimi, se si tratta di impianti al servizio di utenze comuni;
3) per gli immobili a prevalente uso abitativo al beneficio delle detrazioni fiscali Irpef si aggiunge il beneficio dell’IVA agevolata al 10% anzichè al 22%.
Quindi, tutti coloro che hanno intenzione di realizzare un impianto fotovoltaico entro il 31 dicembre 2016, oltre a pagare l’IVA al 10% (come di consueto), possono detrarre dalle imposte IRPEF il 50% dei costi di realizzazione per i prossimi 10 anni, fino ad un massimo di 96.000 euro di spesa, inclusi altri eventuali lavori di ristrutturazione. La soglia dei 96mila euro è dunque il massimale detraibile.
Se si considera il solo fotovoltaico il massimale è alquanto generoso, considerando il fatto che, in ogni caso, le detrazione è fruibile per tutti gli impianti fotovoltaici che non superano i 20 kw di potenza. Tutti gli impianti sopra ai 20 kw, infatti, vengono in genere considerati al pari di “attività commerciali”. Per questo i medi e grandi impianti non possono accedere a questo tipo di sgravio Irpef, riservato, come detto, ai soli impianti realizzati al servizio di casa o di piccole attività individuali (installati su edifici ad “uso promiscuo”).
In ogni caso la detrazione non viene fruita “tutta e subito”, ma viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo.
Come funziona il meccanismo delle detrazioni fiscali: 2 esempi
Esempio 1 detrazione fiscale
Per il classico impianto fotovoltaico domestico da 4 Kw che oggi arriva a costare 6.000 euro “chiavi in mano” + IVA al 10%(prezzi trovati in rete), si può recuperare annualmente dalle dichiarazioni dei redditi dei prossimi 10 anni, 330 euro. Cioè: la restituzione di 3.300 euro (il 50% di 6mila euro+iva) in 10 anni. La “restituzione” di questo importo avviene tramite detrazione fiscale Irpef: una sorta di sconto sulle tasse degli anni successivi.La detrazione si applica in riferimento all’intera fattura, comprensiva di Iva.
Esempio2 detrazione fiscale
Ipotizziamo di realizzare un impianto fotovoltaico condominiale con una spesa totale di 30.000 euro inclusa IVA al 10%(l’impianto sarà di circa 15-20 Kw di potenza, circa 150-200 metri quadrati di superficie e produzione pari a circa 20-25mila kwh/anno).
Posso recuperare col meccanismo delle detrazioni fiscali Irpef 15mila euro in 10 anni. Quindi avrò 1.500 euro/anno di detrazioni fiscali. Ovviamente il requisito fondamentale per beneficiare di questo vantaggio è avere un reddito sufficiente a coprire tali detrazioni: se un anno devo pagare 1.200 euro di Irpef, ed ho diritto a detrarre 1.500 euro, la differenza di 300 euro non può essere messa a credito. Su queste 300 euro perdo quindi il beneficio della detrazione.
I per gli incapienti? Agevolazioni per i soli condomini.
Ovviamente la detrazione è legata al reddito imponibile sul quale si deve pagare l’imposta Irpef.
Per usare un termine tecnico: la detrazione fiscale è realmente beneficiabile solo da chi ha sufficiente “capienza di reddito”. Dal 2016, per i soli lavori condominiali effettuati su parti comuni, si introduce la possibilità per i condòmini incapienti(cioè: “che non hanno sufficiente capienza di reddito” per sfruttare la detrazione fiscale) di cedere all’impresa fornitrice la detrazione fiscale, in cambio di uno sconto immediato sui lavori. In questo modo il cliente beneficia subito della detrazione e l’impresa si occupa di sfruttare la detrazione “per conto del cliente” nei successivi 10 anni.
Chi può accedere alle detrazioni IRPEF del 50%
Possono accedere alla detrazione non solo i proprietari degli immobili sui quali vengono realizzati gli impianti, ma anche gli inquilini o i comodatari. La regola generale è: “chi paga, detrae”.
Nello specifico:
- il proprietario o il nudo proprietario
- il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
- l’inquilino o il comodatario
- i soci di cooperative divise e indivise
- i soci delle società semplici
- gli imprenditori individuali, solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.
Le aziende possono sfruttare le detrazioni fiscali per mettere il fotovoltaico sul tetto?
No. Aziende, società, attività commerciali non beneficiano di questo tipo di sgravio fiscale per ristrutturazioni e fotovoltaico. Alle aziende, oggi, conviene mettere il fotovoltaico solo sfruttando ‘in proprio’ gran parte della produzione di energia per il proprio fabbisogno. Cioè: alle aziende conviene mettere il fotovoltaico solo nella misura in cui riescono a tagliare in maniera decisiva le bollette elettriche.
A differenza di famiglie e singoli, nessuna politica di riduzione esplicita dei costi è stata intrapresa dal governo per chi vuole mettere il fotovoltaico sul tetto della propria attività produttiva, capannone o altro. In compenso le aziende possono portare il fotovoltaico, se qualificato come bene “mobile”, in ammortamento come bene strumentale all’attività. Dal 2016 le aziende hanno la possibilità di sfruttare il super-ammortamento al 140% inserendo il fotovoltaico tra le spese aziendali deducibili (attenzione: “deduzione” è diverso da “detrazione”). L’impianto, però, deve essere qualificato come bene “mobile” e non bene immobile. Per sapere quando un impianto sia considerato “bene mobile” o “bene immobile” si faccia riferimento alla circolare 36/E (del 19 dicembre 2013) dell’Agenzia Entrate.
Cosa fare per richiedere la detrazione fiscale
Per richiedere l’agevolazione fiscale bisogna:
- inviare all’Asl, solo per i casi previsti dalla normativa, l’apposita comunicazione di effettuazione lavori. Per sapere come comportarsi a riguardo rivolgersi all’ufficio tecnico del comune di realizzazione dell’impianto fotovoltaico;
- pagare i lavori tramite bonifico bancario o postale in cui devono figurare:
– la causale specifica del pagamento, che fa riferimento al decreto legge relativo alle detrazioni fiscali
– i dati fiscali del pagante e del ricevente (cioè: l’impresa che effettua i lavori).
Nello specifico devono essere indicati:
il codice fiscale di chi paga l’impianto fotovoltaico e la partita IVA dell’impresa che effettua i lavori; indicare nella dichiarazione dei redditi, oltre a tutti i dati solitamente richiesti, i dati catastali dell’immobile su cui viene realizzato l’impianto fotovoltaico e altra documentazione specifica indicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
In ogni caso maggiori ragguagli sulle modalità di pagamento con bonifico sono reperibili presso gli istituti bancari, molti dei quali hanno moduli già predisposti.